Prosegue il nostro appuntamento con la rubrica "Spazio ai team".
Con grande piacere la parola oggi passa a Cristina Cortinovis, del Raglia Team.
D. Prima domanda di rito: una valutazione sulla situazione attuale – ripresa, riflessioni, criticità…
R. Il ciclismo, o meglio, la voglia di andare in bicicletta, penso che non si sia mai fermata, nonostante l’emergenza attraversata in questi ultimi mesi, soprattutto nel periodo di lockdown. È proprio in quel lasso di tempo che ognuno di noi, nelle diverse modalità, ha sentito l’esigenza di salire in sella e pedalare, poco o tanto. E chi, tipo me, ha deciso di interrompere il gesto fisico, semplicemente per ripartire con più voglia ed energia, ma facendo comunque “sgambare” la testa. Insomma, il ciclismo ha continuato a vivere sui rulli, sui social attraverso le fotografie e nelle menti di ogni appassionato. La fase difficile è quella attuale, è il cercare di ritornare al passato, al pre-Covid19, alla normalità ... se così vogliamo far passare un ciclismo amatoriale, ultimamente forse, un po’ esasperato. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta?
D. La visione di Borgna e il futuro delle gran fondo...un parere?
R. Avendo iniziato a correre a 12 anni, fino a raggiungere la categoria donna elite, non ho mai visto di buon occhio le granfondo, specialmente negli ultimi anni, dove credo sia diventato un mondo a sé, un po’ troppo esasperato, un mondo dove ci sono atleti che nel ciclismo che conta, o non sono arrivati dove volevano o semplicemente hanno una voglia di riscatto repressa e, “talenti” di turno, saltati fuori da chissà dove. Secondo i miei canoni, il cicloamatore dovrebbe essere colui/colei che ama andare in bicicletta e non tanto seguire tabelle, diete e preparatori vari che, li portano mano nella mano, alla partecipazione della granfondo alla quale ci si è iscritti mesi e mesi prima, arrivando magari alla fatidica data, con la testa che cede. Come Emiliano Borgna, anche io credo che si debba tornare a delle manifestazioni fatte non solo per stilare classifiche, ma per la semplice bellezza di andare in bicicletta e godersi ciò che ci circonda. Non a caso, il cicloturismo, il bikepacking e le vacanze in bicicletta sono sempre più gettonati anche in Italia. Forse si stanno facendo strada curiosità ed esplorazione, a discapito della mera competitività? Io me lo auguro davvero.
D. Il motto del team, la presenza femminile, numeri e proposte…?
R. Il team del quale faccio parte, “Raglia – asen da cursa”, ha come unico scopo il divertimento e lo stare in compagnia tra persone che condividono la stessa passione. Non a caso, il nome che io e mio fratello Fausto, entrambi fondatori e attuali presidente e vicepresidente abbiamo scelto, è poco serioso, tutti noi amiamo prenderci un po’ in giro. Siamo circa una ventina di tesserati (di cui tre donne), la metà dei quali ha un passato nel ciclismo agonistico, mentre gli altri, sono ragazzi che si sono avvicinati a questo sport un po’ per il piacere che la bicicletta sa regalare: la libertà. Nel nostro team, non puntiamo a numeri elevati di tesserati, per non disperdere il lavoro di aggregazione fatto fino ad ora; mettere d’accordo venti teste è sicuramente più facile che farne ragionare cento in una volta. Anche noi ovviamente, abbiamo la competizione nelle vene e la sfoghiamo nel ciclocross, al quale siamo tutti un po’ affezionati perché è una disciplina che non premia solo la forza, ma anche la capacità di guida del mezzo, la capacità di andare oltre la fatica, la tecnica di gara e il sapersi adattare ad ogni condizione meteo. Ma, dopo la competizione, esce sempre lo spirito di divertimento, tra un bicchiere di vino, un panino con la salamella e tante risate. Partecipiamo anche a manifestazioni come gravellate, ultracycling e cronometro, ma con poco spirito competitivo, più per fare gruppo e stare via qualche giorno in compagnia e con le famiglie. Fino allo scorso anno, quasi ogni settimana, abbiamo organizzato il “RagliaGiro del mercoledì”, un giro sempre diverso, tra le nostre province di Como e Varese, con il solo scopo di “staccare la spina” a metà settimana. Nulla di eclatante a livello di km, ma molto terapeutico a livello fisico/mentale, con gli obblighi però, di fermarsi a fare colazione tutti insieme, aspettarsi a fine salite, rispettare il codice della strada e l’ambiente che ci ospita. La cosa bella di questi RagliaGiro sapete qual è stata? La richiesta da parte di gente fuori dal team di poter pedalare con noi. Per me, una soddisfazione immensa, perché è arrivato il nostro spirito di pedalare per divertirsi!
D. Progetti imminenti?
R. I prossimi appuntamenti del team, andando incontro alla stagione autunno/invernale sono relativi al probabile ritorno alle gare di ciclocross. Mentre negli scorsi giorni, alcuni tra i tesserati hanno partecipato all’Eroica ed altri, hanno organizzato una tre giorni a tappe con bici Gravel, tra le Alpi italiane, svizzere ed austriache. Per il prossimo anno, speriamo di ritornare ad organizzare in primis gli appuntamenti del mercoledì e successivamente, appena il clima lo consentirà, qualche altro piccolo giro a tappe alla scoperta di luoghi e panorami italiani. Per quanto mi riguarda, nei prossimi giorni sarò nel Parco del Pollino a fare delle escursioni in mtb, successivamente in bici da corsa, farò dei giri alla scoperta del Cilento e della costa nord - occidentale della Calabria. Poi, mi piacerebbe poter riprendere a viaggiare con la mia casa mobile (una gravel equipaggiata con borse da cicloturismo), come feci con un amico, nel 2018 andando da Chicago a Santa Monica lungo la famosa Route 66 e nel 2019 in Vietnam, da Ho Chi Minh ad Hanoi; anche se, mi “accontenterei” molto volentieri, di ripartire proprio dalla nostra splendida Italia. #teamacsi #passioneciclismo #iostoconacsi
E. Pellegrini